Perché Sanremo é Sanremo

Beccatevi questa…


Che poi

Che poi un giorno ti svegli e scopri  il mondo, dentro e fuori te, giá cambiato. Ed hai l’impressione di dover correre un pó per riacciufarlo quel tuo nuovo “io”. Le cose cambiano all’improvviso. O meglio, all’improvviso arriva il cambio che hai costruito. É un momento spiazzante. Ti fermi e ti guardi. Un momento bello. Spaventoso. Questa mattina ho visto, lontano, il profilo dei vulcani. Era la prima volta che li vedevo. Eppure, erano sempre lí. Sapevo anche che erano lí. É bastato solo svegliarmi mezz’ora prima del solito e li ho visti. Ora so tutto del cambiamento dentro e fuori e me. Devo solo aspettare il giorno giusto per svegliarmi un pó prima e poterlo vedere.


Viva Mazzuolo liberatore

Oggi una conversazione sul blog di stileminimo mi ha fatto ricordare questo film. L ‘ho sono rivisto ed é veramente una meraviglia. E mi raccomando, bevete piú latte… che il latte fa bene.


Io sono Charlie? No, grazie.

Volontariamente non tocco mai temi “seri” sui social network. Per varie ragioni e sarebbe troppo lungo spiegarlo adesso. Peró voglio fare un’eccezione questa volta perché sono veramente stordito a ‘sto giro. Sono sbalordito dalle reazioni che vedo in giro dopo la tragedia del Charlie Hebdo a Parigi. Un atto terribile, sicuramente spietato e deprecabile. Ed é normale (forse doveroso) indignarsi e manifestare il proprio dissenso contro questa forma di violenza. (anche se penso che chi lo fa oggi, dovrebbe farlo sempre, indipendetemente dal luogo o dalla nazionalitá dei colpiti).Quello che mi lascia basito é la difussione dello slogan “je suis Charlie”. Sicuramente d’effetto, ma altrettanto sconcertante. Confesso che non conoscevo il giornale prima dell’attentato e cosí oggi mi sono messo a cercare informazioni e esempi di articoli e vignette. Bene, dopo averne visti vari di esempi posso dire con tranquillitá che “io non sono Charlie”. Per quello che ho visto, Charlie Hebdo é un giornale che con la scusa della satira insulta in maniera barbara a destra e a manca. In particolare, le vignette contro le religioni sono qualcosa di terribile. Io non sono particolarmente religioso, peró credo che ognuno abbia il diritto di esserlo e di non vedersi insultato in una parte cosí intima. Metto qua due esempi, per far capire meglio di cosa parlo:

charlie-hebdo charlie-hebdo-frontpage

Vignette di questo tipo, per me, non sono satira. Sono insulti. E non mi si dica che scherzando si evidenziano aspetti estremi o assurdi. Io amo l’umorismo “pesante”, ma questi, ripeto, sono insulti. In particolare le vignette sul mondo islamico sono fortemente stigmatizanti e secondo me alimentano la tensione in questo momento storico in cui l’estremismo islamico rapresenta un problema serio in tutto (quasi) il mondo. Non credo che il tema sia intoccabile, credo solo che lo si debba toccare con intelligenza. Si puó anche graffiare, ma in maniera equilibrata. Il rischio se no é di fomentare il senso di angoscia e repressione in una parte della popolazione e il senso di superioritá nell’altra parte della popolazione. Un pó come si faceva, e si fa, nella propaganda dei regimi totalitari. Creare uno  stigma non é stata forse  una delle prime tecniche usate dalla propaganda nazista per creare un clima di sospetto e disprezzo verso gli ebrei? Ora non voglio fare inappropriati paragoni storici, ma  secondo me si va piú o meno nella stessa direzione se si tollera e si appoggia questo tipo di cose. Per queste ragioni, io, tragedia a parte, non sono Charlie.


Stringere

Marina nasconde la mano dietro le spalle. Indovina che cos’ho? Non lo so. Dai, indovina. Una biglia. No. Un fiore. No, no. Uuu… una bambola. Dai, papá, non é difficile! Non lo so Marina, cos’hai? No, non te lo dico. Hai tre possibilitá. Ok, un libro. No. Unnnn… sasso. No, sei molto lontano. Non lo so. Ultima possibilitá. Dammi un indizio. Va bene, é una cosa che é dappertutto, peró non c’é. mmmm, é difficile. Dai, indovina! Non so. Te lo mostro, peró mi porti al mare? Va bene, cos’hai in mano tesoro? Marina mi punta il pugno chiuso davanti agli occhi. Ci soffia sopra e apre. Niente. Non avevo niente. Sorride. Sorrido. Anche il vuoto ha un suo valore, sembra volermi dire con lo sguardo. Basta saperlo stringere. Basta saperlo confezionare.


Questa mano

Scoppia la guerra sul palmo della mano. Un tutti contro tutti mai visto. Scende in campo ogni possibilitá . Dalle dita corrono rapidi verso il centro tutti i passati possibili. Ed i presenti. Ed i futuri abbandonati. Si combattono.Si confondono. Si baciano e si ammazzano.

Dal pollice arriva mia madre che lancia scolapasta. Mio padre sulle scale con i vestiti del lavoro. Mio fratello che é come uno zio. Io disteso a terra disegno colombe con le manette sulle zampe. Ascolto il Bolero.

Dall’indice Cittá del Messico fa schizzare tutte le sue macchine. Una fila enorme e rumorosa che schiacchia tutto e tutti. La Torre degli Asinelli sembra il fungo dei puffi. Vista da lontano. Sulla collina, la mia prima casa é ormai rasa al suolo da una facciata color rosa pesca. Il Gugghenaim di Bilbao é andato in miniera in Germania. I musulmani di Rabat sono tutti atei e si sono arruolati nelle FARC. Io cerco Dio in un vivaio, tra menta e rametti di timo. Ma non lo vedo.

Dal medio, il cuore  schiera, scuro,  le passioni. Una telecamera picchia sulla testa della chitarra. Una penna,  in preda ad una crisi d’identitá,  si trasforma in tasto di computer. Libri vagano senza senso sbattendo sul corpo senza corpo di note in formato elettronico. Rigorosamente rubate. La barista di Manet si gira verso lo specchio e, nello sconforto, si scola tutto ció che di liquido c’é intorno a lei.

Dall’anulare si affaccia timido l’anello mai dato. Ha le mie stesse paure. Si nasconde e si esibisce. Diventa sclerotico e grida. Grida ” sarebbe bello farlo senza di me”. Un figlio come anello. Sarebbe bello!

Dal mignolo la prossima vita cerca di mettere ordine. Agita la bacchetta magica dell’equilibrio ma non funziona. Nella prossima vita, la prossima vita cercherá prima il libretto d’istruzioni.

È una guerra questa sera. Ma a tratti sembra una festa.  Leggi questa mano, amore. Adesso che ancora é movimento.

Prima che la guerra mi lasci senza mano.


Bellavista

Quando mi affaccio su di te la vista é bella. Vento che accarezza, sole e io all’ombra come piace a me, sul balcone tre tulipani in linea a scalare dal rosso al giallo. Quando mi affaccio su di te la vista é bella. Il problema é che poi si torna dentro.


L’augurio

In questo periodo ho un pó il blocco…inizio a scrivere cose ma poi le lascio lí sospese…comunque una cosa la voglio scrivere adesso…in quest’anno ho cominciato a seguire belle cose e belle persone grazie a questo blog…spero si continui pure il prossimo…spero che il 2015 sia per tutti voi carico di belle sensazioni…come quando ti svegli dopo una festa e scopri che qualcuno ha giá ripulito casa…oggi ho ricevuto un messaggio che mi ha fatto girare la testa per qualche secondo… lo ha inviato un mio studente messicano…diceva Felice Ano Nuovo Professore…dubitando delle mie effettive qualitá come insegnante d’italiano…non mi resta che girare a voi l’augurio…Felice Ano Nuovo a tutti voi

Questa é stata una delle mie canzoni preferite del 2014….io ve la regalo…poi magari a voi fará schifo…


En silencio

Questa notte sono uscito in terrazza. E mentre tutti speravano in una luna sanguigna che apparisse tra le nuvole e luci della metropoli, io speravo di vedere te. In terrazza. In boxer,di un arancione che l’altro giorno al negozio “simil leroy merlin” ho scoperto chiamarsi Rojo Hacienda. In silenzio. Poi sei arrivata. La luna é apparsa. E tu con lei. Dicono che sulla luna c’é un coniglio con un pestello da cucina. Io c’ho sempre visto una faccia. Tipo quella del film di inizio 900 a cui finiva un razzo nell’occhio. E invece pare sia un coniglio, pensa te. Noi siamo andati avanti a pesci rossi e pescatori del Perú. Mica era competenza nostra controllare i conigli lunari. Comunque, mentre univo i crateri come i puntini numerati della settimana enigmistica, ho centrato bene i piedi al centro della mattonella. Come mia insegnato tu. Io su una mattenella. Il coniglio sulla luna. Ci siamo guardati e rivelati che siamo fermi nelle nostre postazioni perché siamo in attesa. Di cosa non ce lo siamo detti. Io oggi attendevo te. Solo te. Per parlare e basta. Dirci tutto quello che ogni giorni ci diciamo, sperando che la telepatia funzioni ancora. Perché io so che, vestita d’avvocato, tu mi mandi parole. Allora per un attimo il coniglio se ne andato. Ed é comparsa la vera faccia della luna. La tua, magra e sorridente. Io ho controllato i piedi. Erano tutti dentro i bordi della mattonella. Tu hai capito tutto quello che non volevo dire, dalla luna. Poi sei scomparsa. Il coniglio é tornato, io ho lasciato la mattonella. Che in qualunque posto del mondo sará sempre tua. E resterá in attesa di diventare la nostra, anche solo per un attimo. In silenzio.


Colpa del cloro

Per tutto l’amore non fatto esiste un letto di rami di vite intrecciati. Erano lo sfondo adatto del desiderio non palesato. Forte. Ma appena pensato. Cosí confusi tra di loro. I rami di vite e i corpi, nella mia mente. Entrambi, da lí a poco e in fascine piccole, sarebbero finiti nel fuoco. Cenere. Senza ritorni. Stasera, invece,ritorni. Dopo una boccata di cloro, accidentale, hai sfondato la porta grande del mio cervello. L’odore, il sapore, il movimento dei vestiti che 10 anni fa mi tennero sveglio e fermo a poco piú di metro da te. Ma con la mente io ti ero sopra. Ti sono sopra. E non ricordo piú che faccia hai. Non so nemmeno, adesso, che faccia hai.


lescimmievolanti

"mi è venuta la scimmia!". Non è colpa mia: l'ho imparato a Milano ...e poi le mie volano!

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La mia indipendenza è la mia forza, implica la solitudine che è la mia debolezza. (Pasolini)

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Lo so, lo so, lo so che un uomo, a 50 anni, ha sempre le mani pulite e io me le lavo due o tre volte al giorno, ma è quando mi vedo le mani sporche che io mi ricordo di quando ero ragazzo. Tonino Guerra

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